Torino, auto “mine vaganti” con polizze straniere

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(di Ottavia Giustetti – la Repubblica Torino)

Dal caso di una coppia falciata sul marciapiede nasce l’allarme per le assicurazioni non italiane: alcune compagnie sono illegali, altre hanno massimali irrisori. A scapito dei danneggiati

Non esisteva ancora il reato di omicidio stradale nel luglio 2015, sette mesi fa, quando la folle corsa di una Bmw travolse e uccise un passante e ferì gravemente la moglie mentre passeggiavano lungo via Bologna (a Torino, ndIMC). E. C. e F. K. camminavano tranquillamente verso casa la sera del 19 luglio 2015 quando il conducente dell’auto a tutta velocità perse il controllo e volò letteralmente sul marciapiede, investendoli in pieno, e andando a schiantarsi contro un palo della luce. C. morì poco dopo in ospedale, la moglie è rimasta in fin di vita. Ma S. J., che li ha travolti, può essere accusato soltanto di omicidio colposo e lesioni colpose, perché l’omicidio stradale non esisteva ancora, e rischia una condanna a poco più di quattro anni.

Si sta celebrando in questi giorni il processo penale, con il rito abbreviato, nei suoi confronti: l’uomo di 43 anni, cittadino romeno, fu rintracciato quella stessa sera in un bar della zona solo grazie ai testimoni, perché era fuggito dopo l’incidente. Ed era anche risultato ubriaco. Una classica storia per cui, dopo l’entrata in vigore del nuovo reato, l’imputato potrebbe essere condannato fino a 18 anni di carcere.

Ma c’è di più. Un “di più” che suggerisce un vero allarme in tema del risarcimento del danno in casi come questo. Oltre al processo penale contro il conducente – processo nel quale la moglie della vittima è assistita dall’avvocato Luigi Giuliano – un legale dello studio specializzato Ambrosio & Commodo, Gino M.D. Arnone, cercherà infatti di ottenere in civile un congruo risarcimento per la donna che è rimasta vedova. Un indennizzo esemplare che attenui l’ingiustizia di vedere l’omicida del marito condannato a una pena almeno dimezzata rispetto a quel che accadrebbe per un incidente come il suo avvenuto dopo l’approvazione della nuova legge. Con un problema: quello dell’incertezza legata alla compagnia che assicurava l’auto, una Bmw immatricolata in Romania e assicurata nel Paese da cui proveniva a un prezzo stracciato. La compagnia, per i rapporti con gli altri Paesi, ha bisogno di un intermediario, e ha massimali molto bassi rispetto alle assicurazioni italiane. Con 200 o 300 euro oggi si può stipulare una polizza annuale con una di queste compagnie straniere, in Romania ma anche in Bulgaria e in Ucraina per citare qualche Paese, ed essere perfettamente in regola. «Solo che poi, quando andiamo in tribunale per ottenere il risarcimento, è tutto complicatissimo – spiega l’avvocato Arnone –. Le auto assicurate così sono sempre più numerose ma non c’è alcuna garanzia di risarcimento».

I problemi possono essere diversi: la compagnia può addirittura non essere riconosciuta in Italia, oppure il contratto può prevedere massimali molto bassi, oppure, infine, può richiedere l’intermediazione per le pratiche, un passaggio in più che rende davvero difficile ottenere una somma giusta. E. C. è però deceduto davvero e la moglie è rimasta gravemente ferita. Mentre il conducente dell’auto che ora è sotto processo è rimasto illeso. E ora potrebbe essere anche un problema ottenere un adeguato risarcimento per il danno che ha provocato.

«La polizia municipale non ha strumenti per mettere un freno a questo problema – spiega Arnone –. Queste polizze Rca passano indenni i controlli dei vigili che allora avevano solo l’onere di verificare che il tagliando fosse in regola, e adesso nemmeno più quello. Sono mine vaganti queste automobili e, per essere risarciti in caso di incidente, è necessario affidarsi a studi specializzato in Rca transfrontaliera». In teoria, con la liberalizzazione del mercato, chiunque può stipulare polizze a prezzi stracciati con queste compagnie. Anche dall’Italia.

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